Monumenti e lapidi

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Ente competente:
Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
Definizione del bene:
monumento ai caduti, a colonna spezzata
Luogo:
Lombardia, Laveno-Mombello (VA), Via Redaelli
Data:
sec. XX | 1923
Autore:
progettista: Portaluppi Piero, 1888/ 1967
Materia e tecnica:
marmo; granito/ sagomatura; bronzo/ fusione
Misure:
cm 350x300x300;
Soggetto:
allegoria della Vittoria
Descrizione del bene:
Monumento costituito da una colonna a sezione quadrata di granito rosa, con una lastra di bronzo sulla sommità. Basamento sempre in granito rosa. Il rilievo in bronzo rappresenta la Vittoria alata con in mano una corona di alloro; nella parte inferiore sono presenti diverse croci che simboleggiano i caduti durante la guerra. Non compare la lista dei caduti.
Trascrizione:
lato anteriore, su lastra inferiore in marmo: GERME DI PACE SIA IL SANGUE/ DEI FRATELLI NOSTRI OVUNQUE CADUTI/ IN SACRIFICIO PER L’ITALIA CAMPAGNA D’AFRICA 1935-1936/ GUERRA MONDIALE 1940-1943/ GUERRA DI LIBERAZIONE 1943-1945
lato anteriore, su lastra superiore in marmo: VIVONO/ OLTRE LA VITA/ COLORO/ CHE PER AMORE DI DOVERE/ DISPOSARONO/ LA MORTE/ GUERRA EUROPEA 1915 – 1918/ LA POPOLAZIONE DI MOMBELLO L. M./ AI SUOI MORTI
Notizie storico-critiche:
Il monumento dei caduti venne edificato nel 1923 su progetto dell’architetto Piero Portaluppi, per celebrare i cittadini di Laveno caduti durante la guerra. (Cfr. Piero Portaluppi: linea errante nell’architettura del novecento, a cura di Luca Molinari – Fondazione P. Portaluppi – Milano Skira 2003). (Musumeci Giuseppe/ Ferrari Luce Vera, Viaggio intorno al nostro paese: per vie e piazze alla scoperta di Laveno, Mombello e Cerro - Mesenzana Marwan 1999; Reggiori Attilio, Mombello: nostalgia di un paese - Milano Emmetigrafica 1977). Piero Portaluppi: architetto italiano (Milano 1888 - ivi 1967). Allievo di G. Moretti presso la sezione di Architettura del Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1910; dal 1919 è assistente di ruolo, professore ordinario di Composizione architettonica dal 1936 e preside della facoltà di Architettura di Milano tra il 1939 e il 1963. Lo stretto rapporto con il suocero E. Conti lo porterà a realizzare tra il 1912 e il 1930 numerose centrali elettriche lungo l’arco alpino, da subito considerate simbolo di modernità: le più famose a Verampio (1912-17), Valdo (1920-23), Crevoladossola (1923-24), Cadarese (1925-29). Professionalmente legato alla sua città, vi realizza edifici pubblici e privati – tra gli altri: palazzo con arco di via Salvini (1926-30), planetario Hoepli (1929-30), villa Necchi-Campiglio (1932-35), palazzo Ras in via Torino (1935-38), sede della Federazione dei Fasci Milanesi (1935-40), Arengario (1937-42, con E.A. Griffini, P.G. Magistretti, G. Muzio) – e i restauri della Casa degli Atellani (1919-21), della Pinacoteca di Brera (1919-25), di Santa Maria delle Grazie (1929-48). Nel 1920 elabora due progetti simbolo della sua ironia architettonica e della visione scettica: il grattacielo a New York per una fantomatica società il cui nome - S.K.N.E., cioè “scàppane” - appare però come un divertito monito e i blocchi residenziali del quartiere di Allabanuel, che letto al contrario rivela lo spirito della proposta. Nel 1926 con M. Semenza vince il concorso per il Piano Regolatore di Milano. Tre anni dopo è chiamato a realizzare il padiglione italiano per l’Esposizione universale di Barcellona. Nel secondo dopoguerra interviene su importanti edifici storici milanesi: Brera (1946-63), Museo della Scienza e della Tecnica (1947-53), Ospedale Maggiore - Università Statale (dal 1949). Personalità eclettica, Portaluppi è stato anche disegnatore satirico sulle pagine di riviste milanesi: Varietas, L’Uomo di Pietra, Guerin Meschino.
Codice identificativo:
0303254247
Nome del file:
lapidi/SBSAE_MI_S27/D103254247.jpg