Monumenti e lapidi

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Ente competente:
Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
Definizione del bene:
monumento ai caduti
Luogo:
Lombardia, Origgio (VA), Cimitero comunale di Origgio, Via per la Muschiona
Data:
sec. XXI | 2002-2004
Autore:
scultore: Sozzi Marco Ambrogio, 1960/
Materia e tecnica:
bronzo/ fusione; ferro
Misure:
cm ;
Soggetto:
soggetto simbolico e allegorico
Descrizione del bene:
Vulnerabile (anno 2002): la scultura, dalle complesse ambizioni tematiche, si risolve nell’elaborazione del modello del rilievo alto, quasi tentando il punto d’incrocio e di contaminazione con la parallela esperienza pittorica. L’opera, monumento ai caduti di tutte le guerre vuole essere la rappresentazione della contorta sofferenza di chi cerca di dare valore e giustificazione al sacrificio ed alla negazione di sé, che la guerra comporta. In essa l’artista ha scelto di utilizzare forme aspre, contenuti forti e visivamente complessi, nell’intento di rammentare a tutti che la guerra genera lutti e dolori di cui difficilmente si può perdere la memoria. Tripode (anno 2004): lungo è il retaggio che nutre la concezione di questa scultura, esemplare del permanere di un’area di sovrapposizione tra decorazione e opera plastica propria, secondo i modi illustrati dalla grande scuola Otto-Novecentesca, in specie quella del ferro battuto di destinazione architettonica. L’opera, che affianca il Monumento ai Caduti di tutte le guerre, è densa di significati simbolici. Essa è tripode, e perciò stesso idealmente destinata a sostenere una fiamma che arda perpetua per quanti alla guerra hanno sacrificato la vita. Il tripode è sostenuto da quattro lance, minaccioso segno di lotte feroci, ma è avv
Descrizione iconografica:
Armi: lance. Simboli. Oggetti.
Trascrizione:
sulla base del tripode: AMBROGIO MARCO SOZZI 2004
Notizie storico-critiche:
Marco Ambrogio Sozzi ha elaborato le due sculture, Il Tripode e Vulnerabile, che, affiancate l’una all’altra, fanno bella mostra nel cimitero di Origgio. “Le sculture sono nate perché ad Origgio non esisteva un vero e proprio Monumento ai Caduti – ci spiega. All’interno del cimitero esisteva solo una parete, sulla quale erano affisse piccole lapidi ciascuna con il nome di un caduto, che doveva essere smantellata per lavori di ampliamento. Nella mia mente, immaginavo di utilizzare il materiale di quei bronzi cimiteriali dismessi, per farli rinascere in un solo pezzo, che fosse celebrativo e rievocativo insieme, eliminando la serialità che quegli arredi rappresentavano. Volevo che ne scaturisse la sensazione di un pezzo riemerso dalla memoria, come se fosse stato lì da sempre, quasi atemporale. Un misto di mito classico, cristiano e pagano, con le sue simbologie, reminescenze liberty o tardo umbertine. L’idea era di mettere in scena tutto questo repertorio e nobilitarne il vissuto, attraverso una sorta di nido sospeso su delle lance, un braciere che riecheggiava e ben aderiva ad un ideale patriottico: il connubio tra i due elementi, le lance con il loro aspetto mitico-guerresco e il nido erano un richiamo alla faticosa costruzione di un territorio ed alla sua difesa. Ma qualcosa doveva stridere nello sguardo: un’insidia serpeggia fra il fogliame, lunghi chiodi che, simili a spine, proteggono e insieme feriscono lo sguardo dello spettatore, generando un senso di difesa/offesa”. (Bartoletti Umberto/ Bettolo Claudio/ Ceriani Maria, Origgio scultura e territorio - 2005 pp. 71-78).
Codice identificativo:
0303243643
Nome del file:
lapidi/SBSAE_MI_S27/D03243643.jpg
 

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