Monumenti e lapidi

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Ente competente:
Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Sassari e Nuoro
Definizione del bene:
lapide commemorativa ai caduti
Luogo:
Sardegna, Sassari (SS), Palazzo del Duca dell'Asinara, Municipio di Sassari, Piazza del Comune 1
Data:
sec. XX | 1921-1925
Materia e tecnica:
marmo/ scultura/ incisione
Misure:
cm 140x90;
Descrizione del bene:
Lapide in marmo scolpito e inciso applicata su una cornice d'inquadramento in stucco dipinto di rosso. Sulla parte superiore della lapide, sopra l'iscrizione, è riportato ad incisione il gladio FERT, simbolo degli Arditi.
Trascrizione:
sulla lapide: LA SEZIONE DEGLI ARDITI/ ALLA MEDAGLIA D'ORO/ MAURIZIO ZANFARINO/ TENENTE DELLE FIAMME NERE/ SASSARI 10-5-1895 MONTE GRAPPA 29-10-1918// DALLA CITTÀ NATIA/ VOLONTARIAMENTE/ MOVENDO AL SACRIFICIO/ NEL TRIONFO DEGLI IDEALI/ DELLA ITALICA STIRPE/ SUBLIMAVA LA VIRTÙ DEL POPOLO DEI SARDI// IN QUESTA ISOLA PALPITANTE DEI SUSSULTI/ DEL MARE CHE FU NOSTRO/ RAVVIVI GLI ENTUSIASMI/ RINSALDI LA FEDE/ NELLA SICURA CONQUISTA/ DEI DIRITTI D'ITALIA
Notizie storico-critiche:
La lapide ricorda la figura di Maurizio Zanfarino, sassarese, partito volontario a 20 anni, ufficiale di carriera formatosi all'Accademia di Modena, "Ardito" del glorioso IX Reparto d'Assalto. Egli combatté con onore guadagnandosi una promozione per merito di guerra, una medaglia di bronzo e due medaglie d'argento al Valor Militare, cadendo poi il 29 ottobre 1918, a sei giorni dalla Vittoria, con la bandiera tricolore in pugno, in un furibondo assalto alle posizioni austro-ungariche-germaniche sul Monte Asolone-Col della Berretta, meritandosi la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria. Questa la motivazione della Medaglia d'Oro conferita alla memoria il 23/10/1921: "Ufficiale di altissimo rendimento, già distintosi in precedenti fatti d’arme, troncò volontariamente la licenza di cui stava fruendo quando seppe che il battaglione era sul punto di iniziare una nuova azione offensiva, e da ufficiale di vettovagliamento insisté per essere portato sulla linea del fuoco. In fiero vittorioso combattimento, funzionando da aiutante maggiore di battaglione di assalto, diede prove luminose del più puro eroismo. Acceso da sacro entusiasmo, fieramente percorse più volte il terreno di combattimento, spazzato in modo micidiale dal fuoco di artiglieria e di numerosissime mitragliatrici, per dirigere reparti e consigliare ed incitare i combattenti. Con un pugno di prodi si lanciò contro il nemico minaccioso, impegnando fierissima lotta corpo a corpo e riuscendo a spezzarne l’impeto. Ferito gravemente il porta stendardo del reparto, impugnò il tricolore, sollevandolo, nel fragore della battaglia, ad incitamento, come simbolo della vittoria. Colpito a morte da una pallottola di mitragliatrice, che gli trapassava la gola, si abbatté di colpo, ma, facendo appello alle sue ultime forze, si rizzò sulle ginocchia, e, con voce rantolante, in faccia al nemico lanciò l’ultimo grido “Viva l’Italia!". Monte Asolone, Col della Berretta, 29 ottobre 1918."
Codice identificativo:
2000203029
Nome del file:
lapidi/S59_S252_S255_S241/167546.jpg
 

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