Museo di Palazzo Ducale di Mantova

Provvedimenti di tutela del patrimonio durante il primo conflitto mondiale


Il contesto


La documentazione inerente gli anni della Grande Guerra selezionata all’interno dell’archivio del Museo di Palazzo Ducale di Mantova, e resa ora disponibile sul presente Portale, si concentra nella partizione documentale tradizionalmente detta “Archivio Vecchio” (indicativamente anni 1897-1950 circa). Il materiale è corredato da un quaderno in cui è riportata la numerazione, presumibilmente originale, delle buste, che costituiscono parte di un archivio di dimensioni più estese non presente in Palazzo Ducale. In più riprese, dal 1976, l’Amministrazione (allora Soprintendenza con competenza sulle province di Brescia, Cremona e Mantova) ha infatti versato all’Archivio di Stato di Mantova il proprio “Archivio della Scalcheria e Amministrazione di Palazzo Ducale”, la cui documentazione arriva ai primi decenni del Novecento.

 

 

Le risorse consultabili su 14-18


La documentazione digitalizzata per l’implementazione del portale 14-18 grazie al finanziamento del MiC – Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio risulta da una selezione preliminarmente effettuata all’interno dell’ “Archivio Vecchio”: in varie buste che lo compongono, dal contenuto eterogeneo, sono stati infatti individuati alcuni fascicoli dedicati a specifici provvedimenti di tutela del patrimonio durante il primo conflitto mondiale. Il materiale contenuto è manoscritto e dattiloscritto. In un faldone dell’Archivio Fotografico d’Istituto è invece conservata una serie di fotografie dedicata ai danni di guerra.
Quanto selezionato permette di seguire le procedure, la logistica dell’evacuazione, gli spostamenti, con elenchi di opere e verbali di trasferimento e successiva restituzione, curati dall’Amministrazione per il territorio di competenza. Protagonisti delle operazioni di raccolta ed invio in Toscana dei beni di Mantova e provincia dalla fine del 1917 e dei successivi rientri a guerra conclusa furono rispettivamente il Commissario Giuseppe Gerola e l’Ispettore Guglielmo Pacchioni. Quest’ultimo risulta impegnato, fin dall’inizio del conflitto, in interventi di ricovero in Palazzo Ducale di opere di importanti chiese della città, alcune delle quali – S. Teresa, S. Maurizio, S. Martino – requisite per uso militare.

 

Il ritorno dei beni fu concluso nel giugno del 1920 con il ricovero delle opere in Palazzo Ducale: a tale rientro, fecero dunque seguito le restituzioni agli enti proprietari – tra i quali la Fabbriceria di Sant’Andrea e altre chiese cittadine –, talora accompagnate da interventi di restauro, per i quali ricorre con frequenza il coinvolgimento della restauratrice Maria Mattioli, vedova di Luigi Boccalari.

 

Tra i beni rientrati da Firenze di maggior pregio e rilevanza per la storia dell’arte e per la comunità figurano, ad esempio, la pala della Santissima Trinità di P.P. Rubens, la serie degli Apostoli di Domenico Fetti e vari marmi del prestigioso Museo Statuario, tutti di proprietà civica.

 

Una selezione di documenti permette infine di seguire le operazioni di Guglielmo Pacchioni a Vienna, in qualità di membro della commissione artistica istituita dal Governo per il rientro in Italia di migliaia di opere d’arte trafugate dall’Austria nei decenni precedenti, della quale facevano inoltre parte il Soprintendente di Venezia Gino Fogolari, Paolo d’Ancona dell’Accademia scientifico-letteraria di Milano, Giulio Coggiola, della Biblioteca Marciana di Venezia, in stretto collegamento con Ettore Modigliani, Soprintendente a Milano, delegato tecnico per le questioni storico-artistiche alla conferenza di Pace di Parigi. In particolare, la documentazione permette di ricostruire la vicenda del recupero in Austria dei nove arazzi raffiguranti Atti degli Apostoli su cartone di Raffaello, trasferiti dal Palazzo Ducale a Vienna dall’imperatore Francesco Giuseppe nel 1866: operazioni, concluse con il ritorno a Mantova della serie nel marzo 1919. Una parte rilevante della documentazione sulla missione a Vienna di Pacchioni riguarda il recupero di materiale archivistico dell’ex Lombardo-Veneto, spettante a Trieste e all’Archivio di Stato di Milano; nel marzo 1919 rientrarono, inoltre, a Mantova da Vienna e furono consegnate al locale Archivio di Stato cinque casse contenenti gli atti relativi ai processi politici dei Martiri di Belfiore.

 

 

Documenti da Vienna